Cos’è il Fondo Automotive come funziona
Il Fondo Automotive, regolato dal Dpcm del 4 agosto 2022, si presenta come un elemento chiave per sostenere la trasformazione del settore automobilistico italiano. Questo strumento finanziario si articola su due direttrici principali: i contratti di sviluppo e gli accordi per l’innovazione, entrambi orientati a supportare progetti strategici di ricerca, sviluppo e produzione all’interno della filiera automotive. L’obiettivo è chiaro: promuovere la transizione ecologica, incoraggiare l’innovazione tecnologica e rafforzare gli investimenti nel settore.
La struttura del Fondo e le risorse disponibili
Concepito dal Decreto Bollette (DL 17/2022), il Fondo mette in campo una dotazione di 8,7 miliardi di euro fino al 2030. Per il solo biennio 2023-2024, sono stati stanziati 750 milioni di euro, suddivisi in due strumenti:
- Contratti di sviluppo: assorbono il 70% delle risorse
- Accordi per l’innovazione: destinati al restante 30%
Le procedure per l’assegnazione dei fondi sono state definite con i decreti direttoriali del 10 ottobre 2022. I programmi finanziabili devono rientrare in cinque aree di intervento strategiche:
- Sviluppo di veicoli e tecnologie a basso impatto ambientale.
- Materiali e componenti innovativi per ridurre il peso dei veicoli.
- Sistemi avanzati per la gestione delle principali funzioni del veicolo.
- Soluzioni tecnologiche per l’assistenza alla guida (ADAS), la connettività e l’interazione uomo-macchina.
- Infrastrutture per il rifornimento e la ricarica.
Accordi per l’innovazione: la spinta dell’automotive verso la sostenibilità
Gli accordi per l’innovazione mirano a finanziare progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale di alto impatto tecnologico. I beneficiari possono essere imprese e centri di ricerca impegnati nello sviluppo di:
- Nuovi veicoli a emissioni ridotte
- Materiali avanzati per veicoli più leggeri e sostenibili
- Tecnologie per la connettività e l’interazione digitale tra conducente e mezzo
Ogni progetto deve avere un valore minimo di 5 milioni di euro e può beneficiare di:
- Contributi diretti fino al 50% dei costi ammissibili per la ricerca
- Un finanziamento agevolato aggiuntivo, nel limite del 20% del totale dei costi
I primi bandi hanno permesso di riallocare risorse a progetti già avviati e di aprire nuove opportunità con uno stanziamento di 200 milioni di euro. Le regioni hanno chiuso progressivamente i rispettivi sportelli, con scadenze differenti nel corso del 2023.
Contratti di sviluppo: investimenti industriali su larga scala
I contratti di sviluppo si rivolgono a imprese che intendono realizzare progetti di investimento industriale di ampia portata, con un focus su ricerca e innovazione. Ogni programma deve coinvolgere investimenti superiori a 20 milioni di euro, con la possibilità di accedere a diverse forme di agevolazione, tra cui:
- Finanziamenti agevolati
- Contributi a fondo perduto per spese dirette o infrastrutturali
Il bando aperto nell’ottobre 2022 ha impegnato oltre 201 milioni di euro, lasciando disponibili ancora 323 milioni per nuovi progetti, che potranno essere presentati fino all’esaurimento delle risorse.
Incentivi per la formazione: il capitale umano al centro del settore automotive
La transizione industriale non riguarda solo tecnologie e processi produttivi. Anche le competenze dei lavoratori sono al centro delle politiche di sostegno. Grazie al Fondo Nuove Competenze, esteso con il DL 17/2022, le imprese che affrontano una trasformazione radicale – come il passaggio ai motori elettrici – possono ottenere risorse per formare i propri dipendenti. Questa misura garantisce che la forza lavoro sia adeguatamente preparata ad affrontare le sfide del futuro.
Un’opportunità per la filiera italiana
Il Fondo Automotive si configura come una risposta concreta per rafforzare l’ecosistema industriale italiano, allineandolo agli obiettivi di sostenibilità e innovazione richiesti a livello globale. Con una strategia che combina investimenti in infrastrutture, ricerca e competenze, il settore si prepara a guidare il cambiamento verso una mobilità più pulita ed efficiente.
Stop a diesel e benzina entro il 2035: un’Europa divisa sul futuro dell’automotive
(fonte immagine: Freepik)